1.593 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Soffre di vuoti di memoria e depressione ma scopre di avere un verme vivo nel cervello: salvata 64enne

Il caso, unico al mondo, di una paziente australiana di 64 anni che ha scoperto di avere un verme vivo nel cervello dopo essere stata ricoverata prima per tosse secca costante, febbre e sudorazione e poi per vuoti di memoria e depressione.
A cura di Ida Artiaco
1.593 CONDIVISIONI
Immagine

"Oh mio Dio, non crederesti mai a quello che ho appena trovato nel cervello di questa signora". Così un neurochirurgo dell'ospedale di Canberra, in Australia, Hari Priya Bandi, ha comunicato qualche mese fa al dottor Sanjaya Senanayake, medico specializzato in malattie infettive, che aveva trovato nel cervello di una paziente un verme, nello specifico un nematode parassita lungo 8 centimetri, per altro vivo. Un caso più unico che raro: la donna, una 64enne del New South Wales, è stata salvata e il caso è entrato a far parte della letteratura medica mondiale.

È quanto riporta il quotidiano inglese The Guardian. La donna era stata ricoverata per la prima volta alla fine di gennaio 2021 dopo aver sofferto per tre settimane di dolori addominali e diarrea, seguiti da tosse secca costante, febbre e sudorazione notturna. Nel 2022, i suoi sintomi includevano anche vuoti di memoria e depressione. Dopo un nuovo ricovero, una risonanza magnetica al cervello ha rivelato anomalie che richiedevano un intervento chirurgico.

Ed è qui che è stata fatta l'incredibile scoperta, che ha spinto un team dell’ospedale a riunirsi rapidamente per scoprire di che tipo di nematode si trattasse e, soprattutto, per decidere eventuali trattamenti di cui la paziente avrebbe potuto aver bisogno. "Abbiamo cercato nei libri di testo tutti i diversi tipi di nematodi che potrebbero causare malattie neurologiche", ha detto Senanayake. Ma lo studio non è stato esauriente e hanno chiesto aiuto ad esperti esterni.

Immagine

"Canberra è un posto piccolo, quindi abbiamo inviato il verme, che era ancora vivo, direttamente al laboratorio di uno scienziato del Ministero che ha molta esperienza con i parassiti", ha detto Senanayake. "Lo ha guardato e ha detto: Oh mio Dio, questo è Ophidascaris robertsi". Si tratta di un nematode che si trova solitamente nei pitoni. La paziente dell’ospedale di Canberra segna infatti il primo caso al mondo di ritrovamento del parassita negli esseri umani.

I medici e gli scienziati coinvolti nel caso hanno ipotizzato che un pitone possa aver diffuso il parassita attraverso le feci nell'erba e che la paziente sia stata probabilmente infettata dal parassita direttamente dopo aver toccato l'erba o dopo aver mangiato le verdure.

Senanayake ha spiegato al Guardian che la paziente doveva essere curata per altre larve che avrebbero potuto invadere altre parti del suo corpo, come il fegato. Ma dato che nessuno era mai stato trattato per questo parassita prima, la cura è stata studiata ad hoc. La donna si sta riprendendo bene ed è ancora regolarmente monitorata, ha detto Senanayake, e i ricercatori stanno cercando di capire se una condizione medica preesistente che l'ha resa immunocompromessa possa aver portato alla diffusione delle larve. Il caso è stato documentato nell’edizione di settembre della rivista Emerging Infectious Diseases.

1.593 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views