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“Gli inchiostri sono pericolosi”: dal 4 gennaio addio colori, tatuaggi solo in bianco e nero

A partire dal prossimo 4 gennaio 2022 scatterà un nuovo regolamento europeo che vieta i tatuaggi a colori. O meglio, a quasi tutti gli inchiostri che contengono isopropanolo.
A cura di Biagio Chiariello
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Dal 4 gennaio 2022 chi vorrà farsi un tatuaggio dovrà accontentarsi. Ma sarà per il suo bene, almeno secondo l'Europa. Quel giorno scatta infatti un nuovo regolamento europeo che vieta i tattoo con inchiostri colorati: saranno consentiti solo quelli in bianco e nero. O meglio, quelli che non contengono isopropanolo, un solvente che l’Ue ha deciso di vietare in quanto potenzialmente dannosi per la pelle perchè in grado di irritare gli occhi, seccare l'epidermide, causare danni al sistema nervoso e sono potenzialmente cancerogeni.

Un durissimo colpo per tutto il settore che nel nostro Paese ad esempio conta oltre 4mila aziende con un 13% di italiani che ha almeno un tatuaggio sulla pelle. "Un bel problema per un settore che solo in Italia produce un indotto superiore al mezzo miliardo di euro" di Eugenio Arneodo, rappresentante dell’Associazione Tatuatori.it, intervistato dal Corriere della Sera. Nel frattempo Council of European Tattoo Associations ha presentato una petizione internazionale per chiedere all’Ue una proroga per gli operatori.

Tuttavia non si è trattato esattamente di un fulmine a ciel sereno. Anzi, i circa 4000 produttori hanno avuto più di un anno di tempo per adeguarsi alle nuove norme. Ma non l’hanno fatto, in modo particolare per quanto riguarda le etichettature, dove vige la necessità di spiegare nello specifico quali sono le sostanze all’interno dell’inchiostro. E difficilmente lo faranno nei primi mesi del 2022. Di "questione annosa, di cui si iniziò a parlare nel 2013" parla il presidente dell’AssociazioneTatuatori.it Ugo Eliseo Giuseppin, eppure "in tutto questo tempo, non si è riusciti a rendere né chiara e né semplice. Una norma, oltretutto, lacunosa, a differenza della precedente (ResAP(2008)1), perché non impone più che nell’etichetta dei pigmenti sia indicato che il prodotto è sterile e la sua scadenza".

“Altra faccenda incomprensibile – prosegue Giuseppin – è il concetto stesso di tossicità collegata alle date a partire dalle quali alcuni prodotti si bandiscono: perché, infatti, se il pigmento ‘Blu PB 15:3′ e il ‘Verde PG 7’ sono dichiarati tossici non vengono tolti immediatamente dal commercio e, per farlo, si aspetta, invece, il 2023? Se questi due colori sono tossici vanno proibiti subito, perché attendere? …Per dare ai produttori più tempo per la loro sostituzione nonostante gli stessi abbiano evidenziato alla Commissione europea la loro insostituibilità? Non lo capisco io, e questo è facile, oppure le norme sono imperfette e inapplicabili. Certo, si è fatto poco perché il Regolamento fosse chiaro e lo dico anche e soprattutto per i nuovi tatuatori, i quali cosa vuole che ne sappiano dopo appena 90 ore di corso per fare questo lavoro? Una mia triste previsione? Molti tatuatori saranno spinti a lavorare nel underground – conclude – con buona pace della sorveglianza sanitaria, del gettito fiscale e contributivo”.

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