Elezioni Canton Ticino, vince la Lega dei Ticinesi: “Padani? Fora da i ball”
"Si è sempre meridionali di qualcuno" recitava Luciano De Crescenzo nel suo "Così parlò Bellavista". A qualche italiano del sud non piacciono gli immigrati africani, a qualche italiano del nord non piacciono gli italiani del sud e gli africani a qualche ticinese non piacciono gli italiani del nord, gli italiani del sud e gli africani in una scala assurda che però sintetizza la crescente intolleranza che si respira non solo nel nostro paese, con una conseguente crescita di consensi di quei partiti che spesso di questa intolleranza si fanno portatori e promotori.
In Svizzera, infatti, la Lega dei Ticinesi, la lega Nord del Ticino per intenderci, ha vinto le elezioni cantonali e rispettando quelle che erano le previsioni, ha guadagnato terreno aumentando, e di molto, la propria presenza nell'Esecutivo cantonale (Consiglio di Stato) e passando da un ministro a due (su un totale di cinque dicasteri). La vittoria della Lega è avvenuta a scapito del partito liberal-radicale, storico partito di centro, che mantiene un solo ministro dei due che aveva mentre democristiani e socialisti, pur perdendo voti, sono riusciti a conservare un ministro ciascuno.
La Lega dei ticinesi diventa così il maggior partito cantonale con il 29,78% (+7,57), il PLR scende al 24,95% (-3,07), il PS passa al 16,27% (-5,08), il PPD/GG resta fermo al 19,86% (-1,95), Verdi in crescita al 6,12% (+3,97) confermando un'ascesa dei Verdi che si sta verificando un po' in tutta Europa, come conseguenza dell'allarme nucleare in Giappone.
Il pittoresco leader della Lega dei ticinesi, Giuliano Bignasca, una sorta di Borghezio del Ticino ma con i capelli lunghi, ha annunciato le priorità del suo partito: maggior sicurezza alle frontiere, più lavoro ai ticinesi, tasse più basse. Storici cavalli di battaglia delle Lega Ticinese sono: la critica agli accordi della Svizzera con l'Unione Europea e l'allarme sulla presenza di lavoratori stranieri sul mercato del lavoro locale soprattutto di frontalieri italiani (che lavorano in Svizzera ma vivono in Italia) coniando lo slogan "Via gli italiani dalla Svizzera". Nel mirino della Lega Ticinese ci sono gli oltre 45 mila italiani che ogni giorno partono da città del Nord, dove altissimi sono tra l'altro i consensi della Lega Nord, come Varese, Como e Verbania, per andare a lavorare nel Canton Ticino.
Le argomentazioni dei leghisti ticinesi sono simili a quelle dei "colleghi" italiani, ugualmente populistiche, ugualmente etnonazionalistiche e ugualmente federaliste, con la differenza che gli svizzeri accusano gli italiani di rubargli il lavoro e di costare troppo in rimborsi tasse a Roma. Il movimento politico ticinese nato nel 1991 è da tempo noto per le sue posizioni estremiste che oltre al populismo ed all'antieuropeismo vedono anche un assoluto rifiuto di ogni apertura in tema di integrazione e naturalizzazione degli immigrati sfornando slogan e manifesti dal dubbio gusto come quello contro i "ratt italiani" nel quale compare un topo con la bandiera italiana intento a rosicchiare avidamente il formaggio ticinese.
Questa e molte altre iniziative dai toni indubbiamente di taglio razzista, vanno contro gli italiani, anche di fede leghista. Così, mentre Bossi chiede di mandare "fora da i ball" gli immigrati africani, non lontano da lui c'è chi vorrebbe mandare "fora da i ball" proprio i "padani". Insomma è proprio vero che "Si è sempre i meridionali di qualcuno"…