Ecco le vignette di Charlie Hebdo su Maometto
Charlie Hebdo fa tremare la Francia. La pubblicazione della vignetta su Maometto da parte del settimanale satirico ha costretto Parigi a chiudere ambasciate e scuole francesi all’estero in 20 Paesi musulmani nella giornata di venerdì prossimo. L'Eliseo è, infatti, convinto che l'Islam non prenderà con leggerezza la decisione della rivista francese di dedicare, a modo suo, la quarta di copertina al Profeta: un Maometto nudo che mostra il sedere a un regista, scena ispirata da un film del 1963 con Brigitte Bardot. Sulla copertina (visualizzabile sul sito ufficiale della rivista, ora offline) invece è raffigurato un rabbino che spinge la sedia a rotelle con un uomo in turbante e con la scritta "Intouchables 2" (chiaro riferimento alla pellicola candidata all'oscar come miglior film straniero con François Cluzet e Omar Sy, e uscita in Italia col titolo "Quasi Amici").
Non è la prima volta che Charlie Hebdo fa parlare di sé per questioni simili. Il settimanale ha già ricevuto forti minacce per le sue caricatura anti-Islam, e la sua sede è stata incendiata con una bomba molotov lo scorso novembre per una vignetta dedicata allo speciale "Sharia Hebdò" (la Sharia è il complesso di norme religiose, giuridiche e sociali dell'Islam), in cui il profeta Maometto prometteva “100 frustate se non muori dalle risate". Il numero che esce oggi è invece dedicato, manco a dirlo, al film "blasfemo" The innocence of Muslisms che, dall'attentato all'ambasciata americano in Libia, durante il quale ha perso la vita Chris Stevens e altri 3 cittadini USA, ha provocato un'ondata di proteste e violenze in tutto l'Islam (e non solo).
Le vignette su Maometto di Charlie Hebdo ripropongono la vecchia contrapposizione tra libertà di espressione e confessionalismo, tra laicità e teocrazia. Il primo ministro del presidente François Hollande, Jean-Marc Ayrault ha bollato «ogni tipo di eccessi», facendo appello alla «responsabilità di ciascuno in un momento così delicato». Tuttavia ha sottolineato che «Siamo in un paese in cui è garantita anche la libertà di caricatura e se qualcuno si sente offeso può rivolgersi ai tribunali». Mohammed Moussaouie, presidente del Consiglio francese del culto musulmano, ha invece manifestato «profonda inquietudine di fronte a un atto irresponsabile che rischia di esacerbare le tensioni e provocare reazioni dannose». Lo stesso direttore della rivista satirica, il disegnatore che si firma Charb, ieri ha ammesso ai microfoni di Rtl che le nuove vignette potevano suscitare polemiche. Ma allo stesso tempo si è difeso da chi lo accusa:
"Se cominciamo a chiederci se abbiamo il diritto di disegnare o meno Maometto, se è pericoloso oppure no, la domanda successiva sarebbe ‘possiamo rappresentare dei musulmani nel giornale?', e quindi la domanda diventerà ‘per caso possiamo rappresentare degli esseri umani nel giornale?' etc. E alla fine non disegneremmo più niente, ed il manipolo di estremisti che si agitano nel mondo e in Francia avrà vinto".