Docente assente da inizio anno risponde a polemiche: “Assisto un parente malato, tornerò”
Qualche giorno fa aveva fatto parecchio discutere una lettera aperta della preside dell'istituto "Severi" di Padova che lamentava l'assenza di un professore di diritto in congedo dall'inizio dell'anno – salvo una fugace riapparizione di un giorno, giusto il tempo per mandare a casa la supplente che era stata trovata. "Lei, professore, è stato qui un solo giorno, per sparire subito. Gli studenti e i loro genitori vorrebbero ora dare almeno un senso al danno ingiusto che hanno subito: nessun insegnante per settimane, poi finalmente un docente bravo, poi finalmente il titolare, poi di nuovo chissà… Ma purtroppo, professore, io non trovo parole per spiegare: vuole dirlo lei, per favore?", aveva scritto la preside.
Il docente in questione, che risulta assente per motivi familiari, il 23 dicembre si era ripresentato a scuola, per poche ora, prima di chiedere nuovamente un congedo, fino a giugno. Il professore abita in una zona di campagna nella provincia di Benevento. Raggiunto dal Corriere del Veneto, ha dato la sua versione dei fatti. "Per carità… non è una scelta fatta per non lavorare. Non è assolutamente questo il punto. Le cose sono andate diversamente da come le hanno raccontate", ha spiegato, sottolineando che le ragioni del suo comportamento risiedono in "una cosa grave e delicata: un motivo personale e proprio per questo non ne voglio parlare".
"Ho un familiare malato, ed è peggiorato nelle ultime settimane…", ha raccontato il professore, che, ha accettato – spinto anche da altri docenti della scuola – di rimanere in congedo (almeno) fino al 23 giugno. Conclusa l'assenza, l'insegnante ha intenzione di tornare dalgi studenti. "È ovvio che amo insegnare, amo gli studenti. Nei prossimi giorni, forse già domani, risponderò alla preside con una lettera", ha concluso.
La preside Nadia Vidali non ha dubbi "che il suo comportamento sia perfettamente lecito e che sia giusto che lo Stato tuteli chi, per motivi seri, non può presentarsi al lavoro. Quello che le moltissime reazioni alla pubblicazione della mia lettera manifestano con chiarezza è però l’aggravio, per scuole e studenti, di assenze che sono solo giustificate da motivi leciti: un conto è, solo per fare un esempio, usufruire di un congedo parentale per assistere effettivamente un figlio, un conto è chiederlo per poter evitare di effettuare la prestazione lavorativa continuando magari a esercitare una libera professione".