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Da madre assassina a ricercatrice universitaria: la “riabilitazione mozzafiato” di Michelle

L’incredibile riabilitazione di Michelle Jones: per 20 anni detenuta in un carcere dell’Indiana (USA) e oggi tra i promettenti studiosi di storia americana.
A cura di Giulio Cavalli
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Ha passato 20 anni in una prigione dell'Indiana e solo il mese scorso è stata scarcerata eppure la storia di Michelle Jones è una di quelle che insegna come raddrizzare la propria vita e poi addirittura eccellere sia possibile: protagonista della"prodezza di una riabilitazione mozzafiato" (così ha scritto il New York Times che oggi riporta la notizia in prima pagina) è questa donna che oggi ha 45 anni, freschissima vincitrice del prestigioso dottorato della New York University; raramente l'università americana apre le porte della ricerca a studenti non suoi e Michelle è stata selezionata tra centinaia di  candidati.

Detenuto 970.554: questo era il numero di matricola della Jones all'interno del carcere, mentre nel corso degli anni riusciva a costituire un gruppo di lavoro con altri detenuti per analizzare (e studiare) i documenti dello Stato dell'Indiana e produrre così il miglior progetto di ricerca di Indiana Historical Society dell'anno scorso. Attraverso la videoconferenze la Jones, anche da detenuta, ha partecipato a numerose conferenze e ha tenuto anche un discorso all'Assemblea dell'Indiana fino a farsi riconoscere come “una dei migliori candidati negli USA per lo scorso anno” – ha detto di lei Elizabeth Hinton, professoressa di Storia ad Harvard – e ottenendo così la prestigiosa borsa di studio. Michelle Jones, tra l'altro, si dedica anche alla scrittura e alla drammaturgia e un suo spettacolo è in cartellone di un teatro di Indianapolis per il prossimo dicembre.

Eppure il "caso Jones" in questi giorni sta facendo discutere, in USA: la donna è stata condannata per l'omicidio del figlio nel 1992, morto per maltrattamenti e incuria, e l'Università di Harvard proprio per questo motivo nei mesi scorsi aveva deciso di escludere la Jones da una selezione per una borsa di studio in cui era risultata tra i migliori. "Non volevamo crocifiggerla – ha spiegato John Stauffer, uno dei due docenti di studi americani di Harvard – ma semplicemente non volevamo che tramite una ricerca in Google l'università venisse accusata di finanziare una madre che ha ucciso il proprio figlio". E la risposta del Procuratore Marger Moore non si è fatta attendere: "Sono io il giudice, non Harvard. La signora Jones ha commesso un crimine terribile e ha scontato la sua pena, esattamente quella che si meritava".

"Non si passano 20 anni in prigione senza affidarsi alla disciplina dello studio. – ha raccontato Michelle Jones – Ho già dimenticato Harvard, sono laureata nella scuola più dura che esista". E ora la New York University l'aspetta.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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