“La danza del Gorilla” di Sandrone Dazieri: “Milano si è incattivita, o fai soldi o non sei nessuno”
Milano, né da bere, né da sniffare. È la Milano tutta per i soldi, la droga più potente che ci sia. Nella bruma di una metropoli decantata da tutti i media come la via italiana all'Europa, l'unica possibili, ecco palesarsi una voce controcorrente, quella autorevole di Sandrone Dazieri, che ritorna dopo 9 anni a raccontare una storia con "La danza del Gorilla" (Rizzoli).
Torna dopo quasi una decade il Gorilla, l'investigatore alter ego dello scrittore di Cremona, affetto da disturbi della personalità (il Gorilla, non lo scrittore). Anche stavolta la storia è incentrata su Milano e il particolare sulla "nuova Milano" nata dopo l'Expo del 2015 e diventata una centrale di riciclaggio per i soldi sporchi della ‘ndrangheta.
I soldi sono la nuova cocaina tutti ne vogliono fare di più e tutti vengono a Milano per cercare di fare soldi e ovviamente, lentamente, vengono espulsi dalla città quelli che non riescono a fare i soldi.
La Milano delle cosche di ‘Ndrangheta
Un rappresentazione di una nuova Milano, non più accogliente come quella degli anni Ottanta "è diventata una città chiusa, più cattiva dove o ci vieni a fare i soldi o è meglio che non ci vieni". Per dare un idea del giro d'affari delle cosche calabresi Sandrone si rifà ai rapporti dell'antimafia: "Ho cominciato a capire dove stanno finendo molti dei soldi riciclati dalla ‘ndrangheta, ovvero in questa città. Non ci sono prove dirette ma a occhio io credo che il 30% dei soldi che sono stati investiti nella ‘nuova Milano' vengano dal riciclo del narcotraffico". Qui l'intervista video integrale a Sandrone Dazieri.