"Abbiamo decretato lo stato di emergenza, ovvero la chiusura di certi luoghi con il blocco della circolazione e la possibilità di perquisire certe persone. Abbiamo poi disposto la chiusura delle frontiere per assicurarci che nessuno possa entrare e compiere altri attacchi e per essere certi che coloro che hanno commesso questi crimini possano essere arrestati". Con queste parole, pronunciate poco dopo la fine del blitz al teatro Bataclan, il Presidente della Repubblica Francese Francois Hollande ha comunicato le misure prese dal Governo francese come prima risposta ai sanguinosi attentati del 13 novembre.
Lo stato di emergenza è una procedura straordinaria, istituita dalla legge del 3 aprile 1955 e parzialmente modificata dalla legge di pubblica sicurezza del marzo scorso, provvedimento adottato proprio dopo il sanguinoso attentato alla sede di Charlie Hebdo. Nella storia francese è stato diramato altre volte: durante la guera di indipendenza dell'Algeria, nel 1955, nei giorni successivi al ritorno al potere di De Gaulle, nel 1958, nelle settimane in cui si configurò il pericolo di un colpo di stato militare nel 1961, e durante la rivolta nelle banlieu, nel novembre del 2005.
Cosa comporta la dichiarazione dello stato di emergenza
La legge in vigore oggi sancisce che:
Lo stato di emergenza può essere dichiarato in tutto o in parte del territorio metropolitano o dei dipartimenti d'oltremare, o nei casi di pericolo imminente risultanti da gravi problemi di ordine pubblico, o nel caso di calamità o eventi di eccezionale rilevanza e gravità.
La scelta del Governo francese è stata quella di dichiarare la stato di emergenza su tutto il territorio nazionale. Una condizione che non può essere prorogata per oltre 12 giorni, a meno di nuovi interventi legislativi.
Con lo stato d'emergenza il Governo, per il tramite del ministro dell'Interno e dei prefetti di dipartimento, può:
- Ordinare la chiusura temporanea di teatri, pub e luoghi di incontro di ogni genere
- Proibire assemblee sindacali, riunioni o meeting "speciali" che possa in qualche modo provocare disordini
- Autorizzare perquisizioni giorno e notte su soggetti che possano costituire un pericolo alla pubblica sicurezza
- Vietare la circolazione di persone e veicoli in luoghi e orari specifici
- Vietare il soggiorno in luoghi specifici a persone che possano "interferire" con l'azione della pubblica sicurezza o costituire una minaccia
- Stabilire "zone di protezione", nelle quali la sicurezza delle persone è oggetto di specifici provvedimenti (coprifuoco, posti di blocco, controllo documenti eccetera)
- Prendere misure specifiche per il controllo della stampa e di tutti i tipi di pubblicazione, incluse le trasmissioni radio e televisive.