Clinica degli orrori a Philadelphia: uccisi bambini di pochi mesi
Puzza di urina, resti di feti, macchie di sangue. La scena è di quelle macabre e più che una clinica sembra trattarsi di un set di un film horror. Siamo a Philadelphia, nella clinica del dottor Kermit Gosnell e questo è lo spettacolo che si trovato davanti agli occhi il procuratore distrettuale Seth Williams, che su quel medico stava indagando. Williams, in un’intervista rilasciata alla CNN, ha ribattezzato quel luogo “la casa degli orrori”, affermando che qualunque parola non riesce a rendere il senso di quello che i suoi occhi hanno dovuto vedere: “La mia padronanza della lingua inglese, in verità, non mi permette di descrivere l’orrore che ho trovato in quella clinica: corpi in decomposizione, resti di feti, puzza di urina, sangue…”
Kermit Barron Gosnell, medico abortista, ha gestito per tanto tempo quella casa di cura e lì praticava i suoi aborti, utilizzando metodi a dir poco raccapriccianti. Il medico era molto conosciuto per le sue “prestazioni” ed era spesso visitato da ragazze povere o minorenni che avevano la necessità di abortire e che sapevano della sua disponibilità a praticare aborti in qualsiasi momento della gravidanza. Formalmente, Gosnell è accusato di aver provocato la morte della quarantunenne Karnamaya Mongar, che era stata imbottita di anestetici e di sette bambini nati vivi. In particolare, rivelano le indagini, i bambini nati vivi (dal sesto all’ottavo mese) sono stati uccisi in maniera atroce, spezzando loro il midollo spinale a forbiciate.
Le forze di polizia hanno chiuso la clinica di Gosnell, sospettato di aver svolto quest’attività illecita per oltre vent’anni, e hanno decretato la sospensione della licenza medica della stessa. Il medico è stato arrestato assieme ad altri otto collaboratori, tra i quali figura la moglie dello stesso Gosnell. L’accusa per lui è di omicidio.