Buste incendiarie contro aziende fornitrici dei centri migranti: la Digos indaga
Una serie di buste incendiarie contro quattro aziende che riforniscono i Centri di identificazione ed espulsione degli immigrati sono state inviate da Torino. Una nello stesso capoluogo piemontese, due nel Barese, una intercettata a Bologna. La notizia è riportata da Repubblica, che evidenzia come la matrice, secondo gli investigatori, sarebbe anarco-insurrezionalista. La Digos indaga, ma è certa la provenienza torinese di almeno tre missive. All’interno dei documenti c’era un testo con riferimenti alla ripresa della campagna contro i centri di identificazione ed espulsione.
La prima busta è arrivata all’agenzia di via Bogino, nel centro di Torino, venerdì pomeriggio. E’ stata una segretaria a riceverla e ad insospettirsi subito, quando ha visto dei fili che ne fuoriuscivano. Fortunatamente l’innesco non è scattato. Sempre nella stessa giornata, due lettere sono giunte in una agenzia Asco a Bari e all’agenzia Morfini di Molfetta. Anche in quel caso non ci sono stati danni né feriti. Quindi, ieri una quarta busta è stata intercettata al centro meccanografico postale di Bologna, punto di smistamento strategico della corrispondenza. Il pacchetto aveva l’indirizzo scritto con un normografo (con caratteri tutti uguali, quindi) ed era destinato ad un’azienda pugliese, impiegata nei lavori per i Cie. Non è la prima volta che al Centro di meccanizzazione postale di Bologna vengono sequestrati plichi sospetti. Già nel maggio dello scorso anno erano state sequestrate due buste incendiarie indirizzate a imprese torinesi, anch’esse collegate ai centri migranti.