Berlusconi è tornato, l’annuncio lo da’ Bruno Vespa
«Torno in pista per salvare il Pdl». In una intervista rilasciata a Bruno Vespa e pubblicata dal Quotidiano nazionale, Silvio Berlusconi espone le ragioni che lo hanno spinto a ritornare in campo e ricandidarsi a Palazzo Chigi alle prossime elezioni politiche. Un annuncio che era già atteso nel pomeriggio di ieri alla kermesse dei Riformisti Cristiani all'Hotel Ergife di Roma. Il Cav ha però dato buca, trattenuto da un misterioso "impegno". Ma le parole che avrebbe pronunciato ieri di fronte alla platea di vecchietti accorsi (a loro insaputa) sull'Aurelia, Silvio le riporta a Vespa. Il futuro candidato alla Presidenza del Consiglio si dice certo che senza di lui il partito di centrodestra non ha futuro: «Alle elezioni politiche del 2008 abbiamo preso il 38%. Se alle prossime dovessimo scendere per assurdo all'8%, che senso avrebbero avuto 18 anni di impegno politico?». C'è il rischio davvero di sprofondare alla prossima tornata. E dunque Berlusconi si chiede: «Se alle prossime dovessimo scendere per assurdo all'8 per cento, che senso avrebbero avuto diciotto anni di impegno politico?».
Queste le parole di Vespa a QN:
Berlusconi ha perso alcuni chili e la dieta che si impone lascia prevedere che ne perda altri. Per chi lo conosce, è il segno che dall'autunno andrà molto in giro e tornerà in tv. E se torna in tv, vuol dire che torna anche in pista"
Insomma, quello di Berlusconi è un ritorno "inevitabile". Tuttavia «avrei voluto dare l'annuncio più in là, magari all'inizio dell'autunno – confessa a Vespa – ma qui non si riesce a tenere niente di riservato..», e aggiunge: «Mi chiedono tutti di ricandidarmi». E a tal proposito da voce anche ad Angelino Alfano, presente quando il conduttore di Porta a Portaha intervistato il "capo": «Il candidato è lui. Io resto solo il segretario del partito». Un commento pure sulla questione agenzie di rating e la sfiducia dei mercati, tra Moody's che declassa i titoli italiani e lo spread torna a salire: «Noi – ricorda Berlusconi – subimmo una violentissima campagna sugli spread, eppure io ho sempre saputo che essi sono frutto di speculazione e non hanno niente a che vedere con i fondamentali di un Paese…».
Ma le prime reazioni all'ennesima corsa a Palazzo Chigi del Cavaliere non sono delle più felici. A partire da quelle degli stessi esponenti del PdL, come Giorgio Stracquadanio che non vede nulla di buono nella candidatura di Berlusconi e per questo ha deciso di lasciare il partito: «Lascio il Pdl. Non è un annuncio e non è una minaccia, è una decisione». Per gli avversari, invece, il ritorno di Berlusconi è «agghiacciante». Parola di Pier Luigi Bersani: «Quale risparmiatore dovrebbe aver fiducia nell'Italia davanti a liste di fantasia, partiti per procura, leadership invisibili e senza controllo o agghiaccianti ritorni?» si chiede il leader del Pd. Scuote la testa pure Pier Ferdinando Casini: «È chiaro che la ridiscesa in campo di Berlusconi non farà certo bene all'Italia» afferma il leader dell'Udc, ma «ora -aggiunge- nessuno ha più alibi, siamo tutti in campo aperto. Chi sceglie il Pdl o come si chiamerà, sceglie Berlusconi».