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Nessuno reclama salma del giornalista Trivulzio: era stato trovato cadavere dopo 7 mesi dalla morte

“Non era previsto alcun funerale e nessuno si è fatto avanti per organizzare le esequie” ha detto un’infermiera che aveva alcuni contatti con l’83enne trovato mummificato lo scorso marzo in un appartamento di Novara. I funerali si terranno comunque mercoledì 17 maggio.
A cura di Biagio Chiariello
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Se n'è andato completamente da solo e per i successivi 7 mesi nessuno si è mai preoccupato delle sue sorti. Nonostante la notizia della scoperta del cadavere di Pier Attilio Trivulzio, giornalista milanese, quella solitudine è proseguita anche dopo.

Nessuno ha infatti reclamato la salma dell'83enne, come ha spiegato Raffaella Navarra, volontaria alla mensa del convento dei frati di San Nazzaro della Costa, che Trivulzio frequentava con regolarità: "Non era previsto alcun funerale e nessuno si è fatto avanti per organizzare le esequie, ma grazie alla generosità dell'impresa funebre Mittino potremo salutarlo cristianamente".

I funerali del cronista in pensione si svolgeranno dunque mercoledì 17 maggio alle 14, nella chiesa del cimitero di Novara. "Gli daremo l'addio con una piccola cerimonia. Non poteva essere seppellito nella fossa comune senza neanche una preghiera" ha detto Navarra.

Giornalista milanese che nella sua carriera aveva collaborato con L'Espresso, La Notte, Il Giorno, l'Ansa, occupandosi specialmente di Motori avendo avuto un passato come pilota di automobilismo, Pier Attilio Trivulzio lo scorso 19 marzo era stato trovato morto, in un appartamento del quartiere di Sant'Agabio, a Novara, dove si era trasferito ma dove non aveva famigliari e amici. Il corpo era mummificato. L'83enne sarebbe infatti morto lo scorso agosto.

Era stato trovato perché gli amici della Brianza che hanno condiviso con lui in pezzo di vita privata e lavorativa avevano dato l'allarme non sentendolo più da molto tempo. L'83enne non aveva alcun contatto coi parenti.

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Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, aveva un solo nipote, che vive in Spagna: "Era mio zio, ma non ho mai avuto contatti né con lui né con la famiglia”, ha riferito l'uomo al quotidiano. Qualcuno fa riferimento anche a un figlio emigrato all’estero, forse a Londra. “Ne parlava senza fare il nome, nessuna foto – ha affermato Gianni Cattaneo, ex capo ufficio stampa dell’autodromo dove Trivulzio aveva a lungo lavorato, anche lui raggiunto dal Corriere della Sera – Tre anni fa, l’ultimo cenno di Pat. Diceva che soffriva di labirintite, che stava dalle parti di Fidenza insieme alla compagna, che voleva scrivere un libro”.

   

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