C'è una foto tra le migliaia che scorrono in diretta da Londra che sembra un quadro per la potenza dei colori emotivi e per la storia che ne sgorga: è il sagrato del Parlamento di Westminster e a terra c'è il poliziotto rimasto ucciso dalle ferite inferte dall'attentatore, nascosto dai corpi dei soccorritori e dei poliziotti. A fianco, appoggiata per terra, l'attrezzatura medica per tentare la rianimazione rimane abbandonata: come sia finita la storia si potrebbe indovinare anche solo da questo, oltre alla posizione di chi, lì nel piccolo mucchio, appoggia le mani sui fianchi in segno di resa, per tenersi dritto nonostante la paura.
Ma il centro della foto è il viso di Tobias Elwood: il vice Ministro degli Esteri ha gli occhi fissi di chi sta decidendo di non volere dimenticare nemmeno un soffio di ciò che ha visto, la bocca semiaperta, una macchia di sangue sulla fronte e i nervi tirati di un salvataggio non riuscito. L'elegante completo ministeriale, gli occhiali sottili sono solo la maschera: a Mr Elwood, nella foto, sanguina il cuore. Non si vede ma si sente. Fino a qui.
Le prime notizie dicono che il vice Ministro fosse proprio vicino al cancello quando l'auto dell'attentatore è arrivata a forte velocità schiantandosi dopo avere falciato i pedoni sul marciapiede. Dopo lo scontro a fuoco il poliziotto di guardia al cancello, ferito dai coltelli dell'attentatore, si accascia al suolo e Elwood (ex soldato nei The Royal Green Jackets) si avventa sul ferito provando a tenerlo in vita con una respirazione bocca a bocca e cercando di contenere il sangue delle ferite. Non c'è calcolo, non c'è ragionamento: Elwood è la fotografia dell'uomo e del suo naturale istinto a salvare e salvarsi.
Ci sono foto che rimangono negli anni e che non ingialliscono mai per la potenza che contengono. Se ci fosse un modo per disegnare la ferocia della paura quando coglie inaspettata sarebbe quel viso sconfitto, in giacca e cravatta. E a volte basta grattare via la patina con il dito per scoprire storie nella storia: il fratello di Tobias (Jon, che di mestiere faceva l'insegnante) ha perso la vita nel 2002 a Bali, sotto la polvere da sparo dell'attacco terroristico che in ottobre uccise 202 persone tra cui 27 britannici. Dicono che il vice ministro racconti spesso, con la gola stretta, delle difficoltà avute per vedersi restituire il corpo. E chissà cosa ha pensato, oggi, con quel corpo morto, sotto di lui.