Amianto negli elicotteri militari. Indagati i vertici Augusta e Piaggio
Più di 50 persone sono state iscritte nel registro degli indagati per disastro colposo nell'ambito dell'inchiesta sull'amanto contenuto all'interno di elicotteri, coordinata dal pm Rafaele Guariniello. A produrre i velivoli furono Piaggio e Agusta Westland, quest'ultima azienda leader nella fornitura di materiali militari: non è un caso che tutti i vertici delle due società attivi dagli anni 90 al 2014 sono stati iscritti nel registro degli indagati. Molti degli elicotteri costruiti dalle due aziende e venduti alle forze armate italiane (dall’Esercito alla Marina, passando per l’Aviazione, carabinieri e polizia), ma anche a Vigili del Fuoco e Guardia forestale contenevano guarnizioni realizzate in amianto, malgrado l'utilizzo del materiale cancerogeno sia stato vietato nel 1992.
L'inchiesta sull'amianto negli elicotteri è iniziata nel 2012 prendendo le mosse da un'altra indagine, quella sui morti per amianto nella Marina Militare. Gli sviluppi più interessanti sono arrivati dopo che l'aeronautica ha scoperto che anche le nuove guarnizioni, fornite dall'Agusta almeno fino al 2013, contenevano il materiale killer. E' stato così che nell'arco di qualche mese si è passati da una dozzina d'indagati a oltre cinquanta persone, e al coinvolgimento anche della Piaggio.
Obiettivo degli inquirenti è ora quello di capire quanti militari siano stati esposti all'amianto durante le operazioni che avrebbero dovuto bonificare gli elicotteri e che invece hanno portato all'installazione di nuove guarnizioni con lo stesso materiale: stando ai primi dati finora raccolti almeno dieci di loro hanno toccato e lavorato amianto. Tra i soggetti indagati ci sarebbero anche dei militari delle commissioni che sovrintendevano ai lavori: a lungo infatti le società private avevano omesso di fornire i rapporti sulla pericolosità né dal canto loro gli ufficiali delle forze armate avrebbero fatto molto per sollecitarle.