Afghanistan: nuovi scontri per il rogo del Corano, un morto a Khandahar
Ancora violenze, sangue e morte nell'entroterra primitiva dell'Afghanistan, dove medioevo e internet convivono in una pericolosa alleanza. Dopo l'assalto alla sede Onu di Mazar-i-Sharif e l'uccisione di dieci funzionari – di cui due decapitati – da parte della popolazione infuriata dal rogo di un Corano perpetrato da un pastore americano, la gente di Kandahar torno in strada a uccidere gli “infedeli”. Un morto e sedici feriti nel secondo giorno di potreste contro il pastore della Florida che prima processato e poi dato alle fiamme in diretta web il testo sacro dell'Islam. Centinaia di mussulmani sono scesi in strada e hanno dato vita a una violenta sassaiola. Kandahar è la roccaforte dei talebani e nella giornata di sabato si è registrato il violento assalto alla sede delle Nazioni Unite e all'ufficio del governatore della regione. È da venerdì che la popolazione infuriata dà la caccia agli occidentali e alle istituzioni locali per vendicare l'offesa subita.
Il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha condannato con forza l'atto scellerato del pastore californiano: “un atto di estrema intolleranza e bigottismo” lo ha definito. Altrettanto dura, però, è la condanna per l'assalto della popolazione alla sede Onu di Mazar-i-Sharif, culminato con la decapitazione di due funzionari e l'uccisione di dieci dipendenti, tra cui due europei: “attaccare e uccidere persone innocenti come risposta è un atto scellerato”.
Causa delle contestazioni, il predicatore estremista Wayne Sapp, che il 21 marzo ha dato alle fiamme una copia del Corano. Obama ha ribadito che “nessuna religione tollera il massacro e la decapitazione di innocenti”. È venuto il momento che l'umanità prevalga sull'odio religioso. Dopo i documenti di Wikileaks sulla corruzione in Afghanistan e la morte del militare italiano Luca Sanna, la situazione nel paese è diventata esplosiva.